Giovanni Rizzoli Sculture Possibili, The Sky Above The Blood Below Prorogata fino al 23 aprile 2014

Giovanni Rizzoli  Infiniti infiniti, 2011  Marmo nero del Belgio e sfera in vetro di Murano  165 x 30 x 30 cm  Esemplare unico  Photo: Francesco Allegretto
Giovanni Rizzoli
Infiniti infiniti, 2011
Marmo nero del Belgio e sfera in vetro di Murano
165 x 30 x 30 cm
Esemplare unico
Photo: Francesco Allegretto

Prosegue fino al 23 aprile 2014 Sculture Possibili, The Sky Above The Blood Below, la seconda personale di Giovanni Rizzoli alla FL GALLERY di Federico Luger. Il progetto presenta un corpus di sculture dell’artista realizzate per l’occasione, un percorso tra il mistico e il fiabesco in cui ispirazioni spirituali e religiose si fondono con istanze laiche, etiche e civili.

Laureato in storia dell’arte medioevale e scultore nell’accezione più classica del termine, Giovanni Rizzoli approda con questa mostra a una nuova fase della sua ricerca artistica. Nelle sue ultime riflessioni Rizzoli indaga le possibilità dell’assoluto, facendosi interprete del mistero del nostro tempo e portavoce delle sue manifestazioni. Quella che ci racconta è una cosmologia al contrario, una “terra senza il male” , dove l’umano e il divino si incontrano nuovamente dopo una lunga e dolorosa separazione nella speranza di ricomporsi, come due parti dello stesso simbolo ormai infranto. Accanto alle sculture è esposto un piccolo libro di Milton, Paradise Lost, che affronta proprio il dramma umano tra la scelta della conoscenza e l’affidamento alla grazia divina. Ed è attraverso questo tipo di dimensione simbolica che le sculture di Rizzoli approfondiscono la condizione dell’uomo, senza cedere al fascino facile e – come direbbe l’artista – “pornografico” della provocazione, ma recuperando piuttosto un fare sapiente e argomenti alti. Questo avviene, per esempio, con Cono Aureo (2013), composizione morbida di damasco d’oro che si sposa con una flebo che cola liquido azzurro sul tessuto, posta all’ingresso della mostra di fronte a Torre, scultura in damasco bianco (2013). L’operare di Giovanni Rizzoli si rivolge ad argomenti religiosi in maniera ancora più evidente nelle sculture Oltre (2013) e Ipotesi di ascensione (2002-2013): la prima, una sfera di marmo nero del Belgio di 45 cm di diametro con un’unica incisione in aramaico del nome di Gesù, posizionata in modo tale che l’iscrizione risulti nascosta allo sguardo; la seconda, una figura in bronzo appesa, con le mani alzate al cielo, colta nel tentativo di vincere la gravità della condizione umana che la tiene ancorata a terra.

Come acutamente anticipato da Bruno Corà in un testo del 2007 , “Giovanni Rizzoli appare, tra gli artisti delle generazioni più recenti, quello maggiormente dotato e capace di conferire all’opera una sconcertante sostantività ontologica.” Erede della più importante tradizione scultorea italiana del Novecento, in un percorso che lo vide protagonista alla Biennale di Venezia del 1999 curata da Harald Szeemann, Rizzoli oggi fa consapevolmente suoi i comandamenti di Arturo Martini e li ripensa alla ricerca dei “luoghi della sculturalità universale”, li ripercorre vivendo la scultura come “estensione”, come “insondabile architettura per raggiungere l’universale”. È uno sguardo, il suo, che guarda il mondo con “strabismo divergente”, “con un occhio rivolto al passato, alla misura classica, alla consolidata e ‘popolare’ bellezza aulica, e l’altro occhio divaricato verso il presente, l’ultima delle ultime convergenze attuali, l’ultima esigenza della storia, la contemporaneità.”

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