CULTURA, SVILUPPO, TUTELA DEL TERRITORIO HANNO UN NOME: PIGNOLETTO DOCG DEI COLLI BOLOGNESI.

foto4 “Le aziende vitivinicole dei Colli Bolognesi sono produttrici di qualità, custodi del territorio e soprattutto di valori, cultura, rispetto dell’ambiente, tradizione, ma schiacciate dal peso di una burocrazia impossibile da sopportare. Non è pensabile che anche per abbattere un albero ci vogliano gli stessi permessi di un intervento di restauro al Colosseo”. L’appello è lanciato dal Presidente del Consorzio Vini Colli Bolognesi, Francesco Cavazza Isolani, alla conferenza stampa di presentazione del Documento programmatico 2014-2019 “La viticoltura di collina: criticità, strategie ed opportunità”. Un cahiér de doleance, come lo ha definito lo stesso Cavazza Isolani, col quale, in occasione delle elezioni amministrative del 25 maggio, il Consorzio si è rivolto ai candidati sindaci delle zone di produzione vinicola collinare del bolognese, chiedendo un impegno concreto e diretto delle amministrazioni nella tutela e valorizzazione di un patrimonio dalle enormi potenzialità economiche e produttive.
“La zona dei colli bolognesi sta conoscendo un rapido sviluppo della vitivinicoltura: i prodotti, in particolar modo il Pignoletto, che ha da poco ottenuto il riconoscimento di eccellenza della DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) stanno cominciando ad affermarsi sul mercato nazionale ed internazionale. Ma a fronte di uno sviluppo che dovrebbe essere tutelato come risorsa preziosa i nostri produttori affrontano quotidianamente una selva di ostacoli che rende loro quasi impossibile la stessa sopravvivenza”.
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