Quel Gian Burrasca di Elio

Istrionico e impertinente, vulcanico e imprevedibile, ironico e irriverente, Elio (al secolo Stefano Belisari) – il “ragazzo terribile” che con acume e intelligenza si diverte a dissacrare i luoghi comuni del mondo dello spettacolo e a prendere in giro i mostri sacri dell’immaginario popolare e televisivo – aggiunge un nuovo personaggio al suo repertorio teatrale. E non poteva che essere quel Gian Burrasca che ha accompagnato l’immaginario ribelle di alcune generazioni di ragazzini Italiani, tra la lettura del libro di Vamba e l’interpretazione televisiva di Rita Pavone negli anni Sessanta.
A quarantasei anni di distanza, in occasione del centenario della nascita del maestro Rota, il “cant-attore” Elio, in un ibrido fra cabaret, musica e spettacolo, gioca per contrasto e fa rivivere, attraverso la propria comica fissità, le gesta della piccola peste in pantaloni alla zuava, con una band perfettamente calata nel gioco delle parti: Corrado Giuffredi (clarinetto), Cesare Chiacchiaretta (fisarmonica), Giampaolo Bandini (chitarra), Enrico Fagone (contrabbasso) e Danilo Grassi (percussioni), che interpretano le musiche originali trascritte qui per quintetto da Giacomo Scaramuzza. Prodotto da Parmaconcerti.
Lo spettacolo è una lettura-concerto e vede protagonista Elio, accompagnato da un ensemble strumentale con la supervisione registica di Lina Wertmüller, che diresse anche lo sceneggiato Rai. Il Gian Burrasca di Elio inaugura il cartellone in abbonamento della Stagione di Prosa del Teatro Alighieri, curata da Ravenna Teatro per l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna. La compagnia al completo ha incontrato il pubblico sabato 27 novembre al ridotto del Teatro Alighieri.
La storia di Gian Burrasca – scritta in forma di diario – racconta le intemperanti incursioni di un pestifero ragazzino, Giannino Stoppani, dall’aspetto divertente e dall’animo irrequieto, nel mondo conformista dell’Italia umbertina, dove le rigide regole del collegio e le ipocrisie della famiglia sono destinate a cadere sotto la sua energia impertinente.
Nel 1964 Lina Wertmüller dirigeva le otto puntate de Il giornalino di Gian Burrasca, tratto dal libro di Luigi Bertelli (in arte Vamba), pubblicato tra il 1907 e il 1908, cadenzate sulle musiche di Nino Rota, dirette da Luis Bacalov. Con una giovane Rita Pavone, fu uno dei maggiori successi televisivi dell’epoca e rese immortali canzoni come Viva la pappa col pomodoro.
Lo spettacolo, calato in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà, mette a nudo i falsi moralismi della società dei primi del Novecento attraverso quegli episodi che maggiormente hanno saputo rendere familiare il personaggio, evocando quel sapore futurista presente nel testo. È un viaggio nell’Italia che fu, ma è anche un inno all’essere contro i luoghi comuni, che ben si addice a un personaggio come quello di Elio che si diverte a smontare le convenzioni, non rinunciando alla qualità della performance musicale e canora.
Dopo il Teatro Alighieri di Ravenna lo spettacolo andrà in scena a Bari (il 5 dicembre)ad Ancona(il 12) a Sondrio (il 14)
Silvia Donnini