Slow Wine Fair 2023: tutte le novità in programma a BolognaFiere dal 26 al 28 febbraio

«Una fiera che si distingue nel panorama delle manifestazioni italiane e internazionali dedicate al vino per i contenuti forti e per la selezione omogenea delle cantine in catalogo, utile ai professionisti per stringere accordi commerciali e agli appassionati per accrescere i loro orizzonti degustativi» dichiarano Domenico Lunghi, Direttore Manifestazioni Dirette di BolognaFiere, e Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida Slow Wine, alla conferenza stampa di lancio della Slow Wine Fair, in programma a BolognaFiere dal 26 al 28 febbraio 2023. 

Organizzata da BolognaFiere e SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food, Slow Wine Fair è nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale. 

«Con Slow Wine Fair, BolognaFiere ha arricchito e consolidato la propria offerta di eventi in tema di sostenibilità agroalimentare – continua Lunghi – frutto anche dell’esperienza maturata in ben 35 edizioni di SANA, unico appuntamento fieristico di riferimento per la business community del biologico e del naturale. Per queste ragioni, lo scorso anno abbiamo deciso di impegnarci insieme a Slow Food in questa nuova avventura, coinvolgendo il nostro partner di lunga data FederBio. L’edizione 2023 di Slow Wine Fair promette bene in termini di grande qualità degli espositori vinicoli. Inoltre, abbiamo voluto dare impulso a un primo ampliamento delle referenze merceologiche per l’horeca estendendo agli spirits e agli amari la possibilità di partecipare, mentre un settore della fiera sarà dedicato ai produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità».

«BolognaFiere ha deciso di investire in questa manifestazione, dando la possibilità a centinaia di aziende di condividere problematiche comuni e trovare risposte univoche. Il cambiamento climatico è un’urgenza per i vignaioli vista anche l’estate appena trascorsa. E poi ci sono le sfide condivise, come quella della crescita che sta vivendo il vino biologico e che è la risposta agli attacchi alla fertilità del suolo e alla salubrità della pianta. Dall’altro lato, Slow Wine Fair è l’unica fiera che si distingue per la presenza di una Commissione di assaggio, che selezionerà le cantine in catalogo affinché buyer italiani e stranieri possano trovare aziende che corrispondano realmente ai tre aggettivi con cui Slow Food connota la qualità: buono, pulito e giusto» continua Gariglio. 

Della Commissione fanno parte non solo redattori della guida Slow Wine, ma anche giornalisti che vengono da esperienze diverse come Gambero Rosso ed Espresso, anche a livello internazionale, ad esempio Deborah Parker Wong e Juan Gualdoni per l’America Latina. La percentuale di aziende estere della prima edizione era del 15% ma nel 2023 sarà ancora più ampia e con caratteristiche ancora più omogenee. 

«Le ultime annate del vino ci insegnano che in futuro sarà sempre più difficile per i nostri produttori contrastare la siccità, in alcuni casi estrema come nel 2022. Nel Sud Italia le temperature hanno raggiunto valori da record che hanno messo a dura prova produttori grandi e piccoli con precipitazioni che hanno fatto registrare quasi il 50% in meno. Ma contrastare la siccità significa agire sulla crisi climatica, cambiare l’attuale modello agricolo da intensivo in agroecologico e seguire la natura» sottolinea Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia «Il modello intensivo che minaccia l’ambiente impoverisce tutti i produttori generando la rincorsa sui prezzi, favorisce il caporalato e il lavoro nero. Per questo è importante essere a Bologna insieme alle centinaia di vignaioli e vignerons della nostra rete internazionale per la seconda edizione della Slow Wine Fair: per difendere il vino buono, pulito e giusto, per confrontarsi sul futuro del vino e per incidere nel futuro di quella viticoltura, troppo legata all’uso della chimica di sintesi, che ha stravolto la biodiversità dei terreni e il paesaggio rurale in cambio del profitto e della produttività».

«In Italia, la viticoltura bio è aumentata in maniera significativa e incide per il 19% sulla superfice complessiva di vigneto, la percentuale più alta nel mondo, che supera la quota complessiva di superficie bio nazionale del 17,4%. Secondo uno studio effettuato da Nomisma, Osservatorio SANA e Wine monitor le prospettive di sviluppo del vino bio Made in Italy sono molto interessanti. In questo momento di criticità ritengo importante sottolineare anche l’aspetto sociale e ambientale legato allo sviluppo del vino bio. Sul piano sociale si determina una concreta opportunità di crescita per le piccole e medie aziende viticole italiane orientate al territorio e alla produzione bio. A livello ambientale, la gestione del suolo del vigneto bio contribuisce a contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, dati scientifici attestano che con una cura sostenibile del suolo e del microbiota migliora notevolmente la qualità del vino. Lo sviluppo della viticoltura bio fornisce un contributo fondamentale all’affermazione di una sostenibilità economica, sociale e ambientale di cui ritengo ci sia davvero bisogno per il futuro», sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

Il programma

«Tra le conferme in calendario, le masterclass, le conferenze, gli appuntamenti in Arena e ovviamente le degustazioni del banco di assaggio. La fiera ha una forte connotazione B2B e si rivolge principalmente a un pubblico professionale horeca e della Gdo, mentre all’apertura al pubblico di appassionati è dedicata la domenica pomeriggio. Anche nell’allestimento il visitatore potrà sviluppare un percorso omogeneo grazie a un layout fatto di spazi uguali per tutti gli espositori, organizzati in isole territoriali sia per le cantine italiane che per le straniere. Numerose, poi, le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico. La prima consiste nell’allargamento della platea degli operatori coinvolti, che comprenderanno anche i produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro» sottolinea Luisa Bersanetti, Exhibition manager di Slow Wine Fair, BolognaFiere Spa.

«In qualsiasi luogo della nostra Italia uno vada a mangiare, alla fine viene servito un amaro. Il contrasto tra l’estensione e la qualità dei prodotti che vengono definiti spiritosi ci ha dato uno spunto per affrontare questo tema. Lo facciamo con diversi strumenti e attività, come la Fiera dell’Amaro d’Italia, tutti variamente connessi ai temi della tutela del territorio, della qualità dei prodotti, alcuni dei quali sono già Presidio Slow Food. Il nostro settore è ancora molto indietro, non esiste un consorzio dei produttori di amaro e in certi casi mancano i disciplinari. Quindi, ringrazio moltissimo BolognaFiere e Slow Food per l’enorme opportunità di partecipare a Slow Wine Fair, per noi uno stimolo ulteriore ad affrontare questi temi» conclude Edoardo Schiazza, fondatore di Amaroteca e Presidente dell’Associazione nazionale amaro d’Italia.

I numeri dell’edizione 2022

Al suo debutto, lo scorso marzo, nonostante le difficoltà del periodo, Slow Wine Fair ha attratto nel Quartiere fieristico di Bologna oltre 6.000 appassionati, buyer e professionisti, che hanno potuto degustare più di 2.300 etichette e conoscere ben 542 cantine (la metà delle quali certificate biologiche o biodinamiche), provenienti da 20 Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane.

La fiera gode del supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di FederBio, del patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della partnership con Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia.