Lugo – “Tutti i maschi dei Cavina sono stati battezzati con il vino nero”, sentenzia lo scrittore Cristiano Cavina nel suo ‘Romagna Mia!’, (edizioni Laterza) chiarendo senza mezzi termini il suo legame sensuale e fisico con la terra e le sue tradizioni. Un legame che diventa simbolo e racconto, e che il Gruppo Cevico fa suo proponendo a Vinitaly un inedito remake della Romagna del vino. L’appuntamento è per martedì 9 aprile alle 11,30 nella kermesse per eccellenza del vino a Verona (Stand Cevico n. 14 – Padiglione Emilia Romagna), insieme a un piatto di cappelletti nella più tipica tradizione della Romagna agreste, accompagnato dai vini del Gruppo. Insieme a Cavina, la giornalista Elsa Mazzolini direttore del primo periodico di enogastronomia in Italia La Madia Travelfood, e il Vicepresidente del Gruppo Cevico, Silvano Dalprato.
Una storia intimamente legata alla terra, al paesaggio, alla fatica del lavoro quella che sgorga dal racconto di Cavina. Così come quella di Cevico, un grande gruppo del vino che ha fatto la storia della viticoltura in Romagna riunendo in cinquant’anni 4.500 coltivatori, custodi e del territorio, che coltivano 6.700 ettari di vigneto e procedono alla vinificazione di circa 1,3 milioni di quintali di uva. Una grande azienda che guarda sempre di più al mercato internazionale (+41% l’export nel 2012) consapevole che all’estero ci vai solo se hai solide basi dove sei nato.