I problemi della valorizzazione e promozione delle produzioni ovo-caprine di qualità connesse allo sviluppo del territorio, oggetti di un incontro-dibattito organizzato nell’ambito della Sagra della Pastorizia, con l’Assessore Birindelli e i rappresentanti di categoria del settore
“Non abbiamo ottenuto quello che volevamo, ma probabilmente siamo andati anche al di là delle nostre effettive richieste, Sì, perché, forse come non mai, siamo riusciti a portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle stesse autorità governative la problematica del pecorino romano del Lazio Dop”. E’ quanto ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Agricole del Lazio, Angela Birindelli, intervenendo all’incontro-dibattito organizzato dall’Associazione Culturale Agropastorizia Farnesana-Sarda in occasione della V Sagra della Pastorizia in corso di svolgimento a Farnese. “Dopo la rettifica dell’Agea, l’organismo pagatore che gestiva il bando per lo stanziamento economico di 900 mila euro destinato ai produttori del pecorino romano, ha proseguito l’Assessore, abbiamo compreso che le strade da seguire erano altre. Dobbiamo fare in sostanza quello che fanno gli allevatori e i produttori sardi che vengono a Roma a parlare con i politici, che inondano i blog con le loro richieste, che vanno sulla stampa a denunciare le loro ragioni. Noi questo non lo facciamo. Fortunatamente il ministro Catania che è un tecnico, ha compreso le motivazioni delle nostre richieste e si è dichiarato disponibile ad aiutarci”.
L’incontro si era aperto con una articolata relazione introduttiva del Prof. Bruno Ronchi dell’Università della Tuscia che ha parlato di “qualità” e dei problemi ad essa connessi, di cosa occorre fare per risolvere la crisi che si sta delineando, del miglioramento genetico delle razze e dei margini di miglioramento possibili. “Occorre un piano strategico nazionale, ha sostenuto Ronchi, che veda impegnato in prima linea il mondo della ricerca senza il quale è difficile raggiungere traguardi significativi. Se in questi anni non sono stati raggiunti risultati importanti è perché è mancata la continuità della nostra azione che è risultata sempre frammentaria”.
Portando il proprio saluto, Gianni Pira, l’organizzatore della manifestazione, aveva posto l’accento sui gravi problemi che stanno interessando il settore: dalla siccità ai danni prodotti dai cinghiali e dai lupi. Un argomento questo, ripreso anche da Gabriel Battistelli, Direttore della Federazione Provinciale Coldiretti di Viterbo, secondo cui si stanno perdendo di vista alcune verità ineludibili. “Si dice che non si possono combattere i cinghiali e lupi perché sono specie protette e in via di estinzione. Ma, perché, si è richiesto non senza una dose di ironia, gli allevatori e gli agricoltori cosa sono se non anch’essi specie in via di estinzione? E come giustificare il ritardato pagamento, se mai avverrà, dei danni causati lo scorso anno? Degli 800 mila euro quantificati, se andrà bene, ne verranno pagati 250-300 mila. Nessuno riesce a comprendere, ha aggiunto, che gli allevatori e i produttori producono reddito non solo per sé stessi ma per l’intera collettività, ma nessuno vuol dare il giusto riconoscimento a questa attività”. Per la Confagricoltura, era presente il Presidente provinciale, Giuseppe Ferdinando Chairini, il quale richiamandosi al tema del miglioramento genetico delle razze e agli aspetti salutisti che ne potrebbero derivare ha sostenuto la necessità “di affidare questo compito della ricerca e, quindi delle Università. L’allevatore, con i ricavi ridotti all’osso, non può assolutamente pensare anche a questo: alla fine occorre che i conti quadrino”. E sul problema delle redditività delle imprese si è soffermato anche Petronio Coretti, Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Viterbo. Il prezzo del latte è rimasto praticamente invariato da oltre 20 anni, ma “in 15 anni, ha detto, solo in due occasioni è stato raggiunto un accordo, l’ultimo dei quali risalente al 2008. Se il settore soffre, la colpa non può essere addossata agli allevatori o ai produttori, ma all’intero sistema che in 30 anni non ha prodotto nulla che potesse essere all’altezza dei problemi”.
Concludendo i lavori, l’Assessore Birindelli ha anche fatto una disamina delle problematiche che l’hanno vista recentemente impegnata a livello istituzionale. Ha così parlato del bando sul “benessere animale”, del piano venatorio recentemente pubblicato, del piano giovani, del premio introdotto per ogni capo certificato, delle misure per l’accesso al credito, della commercializzazione dei prodotti agricoli e del sistema allevatoriale.
L’incontro si è concluso con l’inaugurazione della Sagra della Pastorizia, un evento che si sta imponendo sempre più all’attenzione dei media, non solo per l’aspetto enogastronomico ma, per l’appunto, per l’attenzione che ogni anno riserva ai problemi dell’attività agropastorale regionale.