Spesso si parla di dignità della persona e altrettanto spesso lo si fa in maniera superficiale, svuotando di significato la parola stessa.
Lodevole, dunque, l’iniziativa di portare un laboratorio teatrale all’interno della sezione femminile dell’istituto penitenziario “Pagliarelli” di Palermo.
Un progetto di alto valore sociale, nato circa un anno fà per volontà dell’Associazione “Mosaico” , e ideato da Claudia Calcagnile, psicologa, performer e operatrice di teatro sociale e da Marcella Vaccarino, attrice e performer, con la collaborazione artistica di Gabriella D’Anci e di Chiara Contino, fotografa e videomaker. Un’esperienza di teatro sociale che si risolve nella capacità di rintracciare nei flussi di coscienza di queste donne, che vivono la comune condizione di carcerate, la memoria del prima e il presente denso di elementi autobiografici diventa collante tra il passato e il futuro che si attende. Al percorso laboratoriale hanno partecipato nove detenute che hanno avuto la possibilità di sperimentare il teatro, massima espressione della comunicazione, dove l’azione si coniuga con il linguaggio esprimendo i contenuti profondi dell’anima. Il lavoro teatrale ha visto impegnate diverse sinergie per uno scambio pieno di umanità, che va al di là del muro che separa, soffoca e stravolge. Il tutto finalizzato a far scoprire forza, bellezza,ed essenza attraverso l’immaginazione che diventa veicolo di verità, fino a chiedersi: ” Ricontattata l’essenza vera e profonda…qual’è il sogno e quale la verità?” Il laboratorio teatrale si è concluso il 13 Aprile con la messa in scena nel teatro del carcere dello spettacolo, aperto al pubblico, “Di quel poco e del niente“, primo esito performativo del progetto, con la regia di Claudia Calcagnile e liberamente ispirato a storie tratte da “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estès.
Sul palcoscenico, le attrici-detenute della compagnia Oltremura Lab hanno emozionato i presenti con il loro modo di essere, finalmente, altro da quello a cui la vita e le circostanze le hanno costrette: il carcere. Ed è proprio il confronto con questa “alterità” che le innalza alla dignità della loro vera essenza di donne. “Di quel poco e del niente” mette insieme realtà e sogno, morte e rinascita in un’altalena di emozioni profonde che hanno coinvolto il pubblico in sala. Uno spettacolo che ha sicuramente lasciato a queste attrici-detenute, ma soprattutto a queste donne, un’energia nuova alla quale attingere per non perdere di vista la speranza del cambiamento e della rinascita, leitmotiv di tutto lo spettacolo.
Giovanna Sciacchitano