“Non esiste altra cosa simile al mondo. Questo posto, il Museo Faggiano, è veramente un posto unico che non si trova da nessuna parte: una casa dove si leggono le varie stratificazioni del passato: secoli e secoli di storia che raccontano gli usi e le abitudini delle persone che l’hanno abitata”. Ne è certo il responsabile dei Beni Culturali di tutto il distretto di Washington, David Maloney che abbiamo intervistato, per un colpo di fortuna, dopo la sua visita al Museo Faggiano a Lecce. Ma come ha scoperto il Museo Faggiano?
“Ne avevo letto sul New York Times… tempo fa, prima del mio viaggio in Italia. L’altra sera, mentre ero al bar giù per strada a Lecce, ho incontrato una coppia irlandese che mi ha detto: “Non hai ancora visto il Museo Faggiano?” Lo devi assolutamente vedere. E’ la cosa più bella che c’è qui a Lecce! E così l’ho visitato. E’ veramente affascinante. Non esiste al mondo un posto simile!”.
Che cosa la affascina di più?
Le differenti leasure della storia, secoli e secoli di storia si susseguono qui uno dopo l’altro. Gli strati della storia sono concentrati in un’unica casa e costituiscono la casa in sé. Storie che tu non conosceresti mai, a meno che tu non vieni in questo museo: si possono vedere i corredi funerari, la vita quotidiana e persino come facevano a scappare gli abitanti dalla casa quando succedeva un assedio.
Prosegue l’esperto: “Questa storia ci colpisce moltissimo perché noi in America, a parte gli insediamenti degli indiani, non abbiamo case antiche. La più antica risale al 1605. Qui invece si possono leggere secoli e secoli di storia ed è veramente affascinante!”
La scoperta così straordinaria risale ai primi anni del 2000. Racconta Luciano Faggiano, proprietario con la sua famiglia del Museo. “Nel 1984 comprai questa casa del centro storico. Dapprima la affittai, poi decisi di trasformarla in un ristorante. Ma, quando iniziarono i lavori, gli operai si accorsero che l’impianto fognante non andava bene. Allora mi misi a scavare con le mie stesse mani e quale fu la mia grande sorpresa nel vedere riemergere i resti del passato. La prima cosa che trovai fu un unguentario: forse era servito a contenere le creme di una bella donna oppure gli oli di un atleta e poi ancora… i crateri dove bevevano il vino”.
“Arrivò la Sovrintendenza che mi chiese di continuare con gli scavi. Io accettai di buon grado. Pensavo che tutto si sarebbe risolto in qualche settimana. Invece passarono sette anni e sono stati molti i momenti di sconforto! Sono stato denunciato dalla Finanza, ho subito sequestri. Per fortuna i miei figli mi hanno aiutato. Loro scavavano e io raccoglievo il materiale e lo portavo in Sovrintendenza perché venisse analizzato. Sono venuti fuori reperti archeologici di età messapica, romana, medioevale. Le stesse pietre sono segnate dal passaggio degli uomini: la rosa dei Templari, la losanga, simbolo dell’Uomo della donna, i fiori della rinascita, simbolo della vita e cari a San Francesco e i cunicoli attraverso i quali si scappava. Ho trovato anche un vaso pieno di ostriche. Gli esperti mi hanno spiegato che ogni abitante che era costretto a fuggire via dalla casa portava con sé un guscio di ostrica, che poi riponeva al suo ritorno”.
Nel 2008, con l’aiuto dei miei figli, ho deciso di far diventare la mia casa un Museo aperto a tutti perché tutti possano godere della bellezza di questo luogo e dell’energia positiva che vi si respira. Infatti sono convinto che queste pietre parlano: oltre ad essere segnate dal passaggio dell’uomo, promanano energia positiva. Me ne accorgo io stesso quando vedo entrare e poi uscire i visitatori. Entrano stressati e ne escono molto, molto felici e rilassati. Molti stranieri, specie d’estate, sono arrivati persino a togliersi le scarpe e a camminare scalzi”.
Il Museo viene visitato da appassionati provenienti da tutto il mondo, dal Canada, dagli Stati Uniti, dalla Francia e anche dai Paesi asiatici. Alcuni di loro ricoprono incarichi di grande prestigio come il responsabile dei Beni Culturali di tutto il distretto di Washigton, David Maloney che abbiamo avuto l’onore di intervistare. Il quale non ha avuto dubbi nel ribadire: “Il Museo Faggiano è unico al mondo. Non ne esistono altri simili”.